I principali parametri per una buona fotografia sono tre: ISO, tempi e diaframma. Sono anche conosciuti come triangolo dell’esposizione.
In questo articolo vediamo quali sono le caratteristiche di ogni parametro e come possono influenzare le nostre foto, proseguendo così con la serie di articoli sulla tecnica fotografica.
ISO
Questo parametro indica quanto il sensore dovrà essere sensibile alla luce o se preferite, quanto fioca può essere la luce della scena per essere registrata sulla foto.
I valori vanno generalmente da 80 fino a oltre 16000, ma molto dipende dalla fotocamera. Valori bassi indicano basse sensibilità alla luce, mentre valori alti indicano sensibilità elevate.
Avere ISO alti consente di utilizzare tempi di esposizione più brevi (vedremo dopo cosa significa), e diaframma più chiuso, ma per contro fa aumentare il rumore presente nelle foto.
Il rumore è equivalente a quello che nella fotografia a pellicola era la grana. Più rumore significa che i dettagli più fini saranno molto meno visibili o addirittura completamente nascosti.
Vediamo un esempio:
Potete vedere un dettaglio di una stessa scena in cui l’unico parametro modificato è la sensibilità (gli altri parametri erano in automatico). Nella prima foto abbiamo un ISO di 200, mentre nel secondo siamo a 6400.
Il maggiore disturbo presente nella seconda foto si nota molto bene.
Molti software possiedono filtri per la riduzione dei disturbi e alcuni funzionano anche molto bene. Ricordate però che se ci sono dettagli molto fini è facile che vengono eliminati assieme al rumore.
Tempo di esposizione
Il tempo di esposizione ci serve per congelare in una foto la scena inquadrata. Più il tempo è ridotto e più è facile registrare movimenti anche rapidi presenti all’interno della scena.
Non sempre serve un tempo di posa breve. Se stiamo fotografando una gara di F1 dobbiamo sicuramente utilizzare tempi rapidissimi, ma se il nostro soggetto è un paesaggio, molto probabilmente il tempo di esposizione sarà molto più lungo.
In certi casi addirittura si utilizzano filtri scuri (chiamati ND o densità neutra) per ridurre la quantità di luce e poter così aumentare ulteriormente i tempi di esposizione, anche di diversi secondi.
Il problema in questo caso è la quantità di luce che si può registrare in una foto. Più il tempo è breve e meno luce viene registrata dal sensore, aumentando le probabilità di ottenere una foto sotto esposta.
Se la nostra scena è poco luminosa avremo bisogno di esporre per più tempo, ma in questo modo perderemo la possibilità di avere foto nitide di soggetti in movimento.
Il diaframma
Questo componente limita fisicamente la quantità di luce che passa attraverso l’obiettivo della macchina fotografica.
Più è aperto e più luce potrà passare, consentendoci di utilizzare tempi di esposizione più brevi e/o ISO più bassi.
Come potete immaginare però anche in questo caso abbiamo un limite da considerare.
Un diaframma molto aperto implica una profondità di campo più limitata. In pratica la parte della scena che risulterà a fuoco sarà inferiore.
Nel caso di un diaframma molto chiuso invece avremo meno luce, ma la profondità di campo aumenterà molto.
Per chi non avesse dimestichezza con la profondità di campo apro una piccola parentesi per spiegarla a grandi linee…
Quando mettete a fuoco un soggetto ad una certa distanza, non solo tutti i dettagli alla stessa distanza saranno a fuoco, ma lo saranno anche parti leggermente più vicine e leggermente più lontane. La distanza tra il punto più vicino che sarà a fuoco e quello più lontano è la profondità di campo.
In certe situazioni si preferisce avere una profondità di campo molto ridotta, in modo da avere a fuoco solo il soggetto ed evitare che il resto della scena possa essere fonte di disturbo. Un esempio classico è quello dei ritratti.
In altre situazioni, come ad esempio la fotografia dei paesaggi, si tende invece a ricercare una profondità di campo molto elevata per avere tutta quanta la scena perfettamente a fuoco.
Come ho detto sopra, l’unico parametro che influenza la profondità di campo è l’apertura del diaframma.
Il triangolo dell’esposizione
Il triangolo dell’esposizione mette insieme i tre parametri descritti sopra per dare una indicazione visiva dei pro e dei contro e cercare così di ottenere il bilanciamento necessario per una foto ottimale.
Per poter ottenere una buona foto con il triangolo dell’esposizione avete essenzialmente tre strade:
- Fate decidere tutto alla fotocamera e sperate che scelga bene
- Decidete voi tutti i parametri e in questo caso avete bisogno di tanta esperienza e probabilmente in qualche situazione non avrete il tempo materiale per settare tutto prima che l’istante magico per la vostra foto scappi via
- Scegliete un parametro da gestire manualmente, secondo il tipo di foto che dovete fare e lasciate decidere il resto alla fotocamera
Generalmente la strada più utilizzata è la terza e la maggior parte delle volte si sceglie di gestire manualmente l’apertura del diaframma.
Con questa scelta avete il controllo totale della profondità di campo e se avete comunque bisogno di variare leggermente il tempo di esposizione potete agire sulla compensazione (settaggio che si trova sulla maggior parte delle fotocamere).
Ribadisco che la scelta dipende dal tipo di foto che si vuole fare e utilizzare l’apertura in manuale può andare bene per certe foto, ma sicuramente non per tutte. Starà a voi scegliere la soluzione più adatta alle vostre esigenze.
ISO, tempi e diaframma sono i parametri fondamentali di ogni ripresa fotografica e saperli gestire al meglio è estremamente importante per ottenere delle belle foto.
Il solo consiglio che posso darvi è sempre lo stesso: fate esperienza. Fotografate il più possibile, magari provando a gestire i tre parametri che vi ho descritto per vedere come cambiano le vostre foto variando uno dei tre.
Con la pratica imparerete a distinguere in un istante quale combinazione di parametri vi servirà in ogni occasione.